L'OLIO DEI FARNESE
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L'OLIO DEI FARNESE
Olio Extra-Vergine d'oliva della sola qualità Canino
Monocultivar biologico senza utilizzo di azoto liquido
Prodotto a Farnese - Viterbo
Azienda Agricola "La Casella" di Mirella Bersani Calleri
email: oliodeifarnese@gmail.com
birellac@gmail.com
Tel. 024699003
Cell. 3471290707
Dalla tradizione etrusca ad oggi
La storia
Farnese è un piccolo centro della Tuscia laziale, arroccato su uno sperone di tufo, al confine con la Toscana.
Le origini dell’abitato risalgono all’età del Bronzo, mentre il suo territorio è ricchissimo di testimonianze archeologiche, dall’uomo di Neanderthal, agli Etruschi, ai Romani ai Longobardi fino ai giorni nostri.
L’ambiente naturale particolarmente ben conservato, con valenze geologiche, paesaggistiche, floristiche di grande rilievo, è oggetto di tutela con la Riserva Naturale regionale della Selva del Lamone e alcuni siti di Importanza Comunitaria (SIC) e zone di protezione Speciale.
La coltura dell’ulivo, iniziata su larga scala dagli Etruschi, rappresenta uno dei settori trainanti e qualificanti dell’agricoltura. Ad essa diedero impulso i Farnese, signori del luogo, in particolare Galeazzo che, nel 1572, obbligò i suoi sudditi a piantare almeno due ulivi all’anno nei propri possedimenti per ogni figlio.
La varietà maggiormente utilizzata, che dà l’ulivo più pregiato, per la quale è stata istituita la zona DOP, è data dall’ulivo CANINO che i contadini hanno ottenuto per propagazione vegetativa e successivo innesto degli olivastri selvatici dei monti di Canino e di Castro.
L’olio dei Farnese è ottenuto proprio da sole olive farnesane, presso l'Azienda Agricola "La Casella".
Il territorio
Molti amici italiani e stranieri, dopo aver assaggiato l'Olio dei Farnese, si chiedono incuriositi dove mai si trovino gli uliveti dai quali si ricava un olio extravergine così fruttato e dolce.
Castelli e borghi, fiumi e laghi della Tuscia Laziale, qui tutto parla di storie passate. E una selva, quella del Lamone, nasconde storie di insediamenti umani, dagli etruschi che lì, sulle cime si rifugiarono per sfuggire ai pirati che arrivavano sulla costa del Tirreno - e lì si trovano ancora le cisterne dove conservavano l'acqua e l'olio - o ai Romani che penetravano quelle terre con i loro inesorabili eserciti in marcia.
Le poche strade che vi conducono affiancano i boschi e l'immaginazione continua a far vedere facce barbute e occhi terribili, dietro ad ogni albero.
Se vi capitasse di passare dalle parti della Tuscia laziale, dovete sapere che ogni castello e lago e bosco ha avuto un passato importante e che le Castellane sono state protagoniste di storie mirabolanti che meriterebbero di essere rievocate.
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